mercoledì 28 ottobre 2015

LA LOTTA CONTINUA. di Sunjay Gookooluk

31 agosto 2015
ore 11:05
dal CIE di Ponte Galeria


LA LOTTA CONTINUA

La lotta continua: non per distruggere il mondo, ma per cercare di tessere la rete della pace e fratellanza nel mondo.
La lotta continua per combattere l'oppressione, le guerre e la povertà nel mondo. In nome della democrazia, appartenenza diversa o chicchessia molti fratelli si uccidono l'un l'altro.
La lotta continua affinché i potenti che hanno il potere, i cosiddetti G8, G11, G12, G20 (non quelli della casa circondariale di Rebibbia!), i capi degli stati ricchi e potenti contribuiscano reciprocamente a distruggere i propri arsenali, le armi nucleari, atomiche e inizino ad innalzare la propria bandiera in alto in cielo libero per la pace e sopratutto per la libertà.
La pace è possibile, ecco perchè la lotta deve continuare: per costruire un domani migliore e lasciare in eredità alle nuove generazioni un mondo sempre più armonioso, pacifico e umanitario...
La lotta continua perchè non vogliamo più vedere i bambini malnutriti o i bambini soldato e sopratutto non vogliamo vedere gli uni armati contro gli altri in una guerra infinita che ha un solo obiettivo: distruzione.
La lotta continua affinchè tutti gli stati, dal primo all'ultimo, contribuiscano attivamente ad eliminare i propri arsenali o armamenti con cui, pigiando un bottone, potrebbero far ritornare il nostro unico paradiso terrestre all'era glaciale.
La guerra è un male, non possiamo più tollerare la vista di arti mutilati, corpi a pezzi di donne, bambini, vecchi e guerrieri caduti.
A che serve innalzare le barriere e armare la nostra terra? Sono solo cose che causano divisione. La strada della pace sarà dura, ma non è impossibile. Ecco perchè la lotta deve continuare: per vedere tutti, nel proprio piccolo o grande, contribuire ad abbattere le barriere, ad eliminare gli arsenali, a cercare l'unione mondiale tra fratelli e sorelle.
La vita è troppo breve ed è troppo preziosa per autoeliminarsi e distruggere il nostro paradiso.
Il mio appello finisce qui, potrei continuare ancora ed ancora, ma per adesso il mio desiderio o utopia termina qui con un altro appello.
Fratelli e sorelle, riprendete le armi e ognuno con la propria coscienza: lo getti e si avvicini ad abbracciare il fratello, oppure le usi per autoeliminarsi e distruggere il nostro unico paradiso che è questa preziosa terra.
La lotta continua, ma spero e auguro che possiamo lasciare in eredità un domani migliore e un mondo migliore, che pace e amore possano regnare ovunque e che continui la nostra lotta per amore e non per creare nemici.

                                                                                       Sunjay Gookooluk

PERCORSI DI ISTRUZIONE NEL CARCERE DI REBIBBIA - ANNO 2015

PERCORSI DI ISTRUZIONE NEL CARCERE DI REBIBBIA
(aggiornato al 2015) 


All’interno del Carcere di Rebibbia sono presenti diversi corsi di istruzione, a partire dai corsi di I e II livello , nonché corsi di istruzione UNIVERSITARI.

Nonostante i disagi e le difficoltà, la scuola costituisce un importante punto di riferimento per i detenuti, tanto da accogliere più di un terzo della popolazione detenuta. 

Il punto di forza dei corsi scolastici pubblici è rappresentato dalla continuità con cui vengono svolti, a differenza di altri corsi regionali o provinciali di natura strettamente professionale ed occasionale che vengono svolti all’interno del carcere. 

Ciò nonostante, scarsa è la sensibilità degli operatori che entrano in contatto con tale  realtà: dai Dirigenti scolastici agli operatori penitenziari e, per tale ragione, enorme è lo sforzo che gli insegnanti sopportano per svolgere adeguatamente la loro funzione:disagi strutturali, carenza  di materiale didattico, disagi psicologici .

Il ruolo ibrido ed incompreso dei docenti è oggi ancora una realtà. Nonostante la innegabile rilevanza giuridica attribuita all’Istruzione, quale strumento per il trattamento dei detenuti, nella pratica si ravvisano comportamenti ostativi e contraddittori a tale funzione.
L’ignoranza non fa che incrementare i reati e pertanto l’istruzione è uno strumento indispensabile per la lotta contro il crimine.

Sebbene  nel 2012 sia stato sottoscritto un protocollo di intesa tra il Ministero dell’istruzione ed il Ministero di Giustizia, per la definizione degli obiettivi e ruoli , non si riesce a sviluppare un dialogo costruttivo tra i diversi operatori.

Inoltre la riforma dell’istruzione adulti, con l’avvento dei CPIA ha ulteriormente complicato la già difficile situazione in cui versa l’istruzione in carcere, proponendo schemi e modelli inapplicabili per gli adulti ristretti, tenuto conto altresì della rigidità delle strutture carcerarie.

L’Istruzione all’interno del carcere non può rispondere alle stesse logiche dell’istruzione all’esterno,  in relazione alla specificità per il diverso fine a cui è preposta, ad esempio riguardo ai limiti numerici imposti per la formazione delle classi, o  ai programmi da svolgere.

Ogni anno invece ci si trova alle prese con i numeri per la formazione delle classi, e sebbene siano previste deroghe in tal senso, le stesse vengono disattese dagli Uffici scolastici regionali.

Auspichiamo che quanto prima ci possa essere una autonoma regolamentazione dell’Istruzione nel Carcere, scevra da pregiudizi e da atteggiamenti paradossali.