PERCORSI DI ISTRUZIONE NEL CARCERE DI REBIBBIA
(aggiornato al 2015)
All’interno del
Carcere di Rebibbia sono presenti diversi corsi di istruzione, a partire dai
corsi di I e II livello , nonché corsi di istruzione UNIVERSITARI.
Nonostante i disagi e le difficoltà, la scuola costituisce un
importante punto di riferimento per i detenuti, tanto da accogliere più di un
terzo della popolazione detenuta.
Il punto di forza dei corsi scolastici
pubblici è rappresentato dalla continuità con cui vengono svolti, a differenza
di altri corsi regionali o provinciali di natura strettamente professionale ed
occasionale che vengono svolti all’interno del carcere.
Ciò nonostante, scarsa
è la sensibilità degli operatori che entrano in contatto con tale realtà: dai Dirigenti scolastici agli
operatori penitenziari e, per tale ragione, enorme è lo sforzo che gli
insegnanti sopportano per svolgere adeguatamente la loro funzione:disagi
strutturali, carenza di materiale
didattico, disagi psicologici .
Il ruolo ibrido ed incompreso dei docenti è oggi
ancora una realtà. Nonostante la innegabile rilevanza giuridica attribuita
all’Istruzione, quale strumento per il trattamento dei detenuti, nella pratica
si ravvisano comportamenti ostativi e contraddittori a tale funzione.
L’ignoranza non fa che incrementare i reati e pertanto l’istruzione è
uno strumento indispensabile per la lotta contro il crimine.
Sebbene nel 2012 sia stato
sottoscritto un protocollo di intesa tra il Ministero dell’istruzione ed il
Ministero di Giustizia, per la definizione degli obiettivi e ruoli , non si
riesce a sviluppare un dialogo costruttivo tra i diversi operatori.
Inoltre la riforma dell’istruzione adulti, con l’avvento dei CPIA ha
ulteriormente complicato la già difficile situazione in cui versa l’istruzione
in carcere, proponendo schemi e modelli inapplicabili per gli adulti ristretti,
tenuto conto altresì della rigidità delle strutture carcerarie.
L’Istruzione all’interno del carcere non può rispondere alle stesse
logiche dell’istruzione all’esterno, in
relazione alla specificità per il diverso fine a cui è preposta, ad esempio
riguardo ai limiti numerici imposti per la formazione delle classi, o ai programmi da svolgere.
Ogni anno invece ci si trova alle prese con i numeri per la formazione
delle classi, e sebbene siano previste deroghe in tal senso, le stesse vengono
disattese dagli Uffici scolastici regionali.
Auspichiamo che quanto prima ci possa essere una autonoma
regolamentazione dell’Istruzione nel Carcere, scevra da pregiudizi e da
atteggiamenti paradossali.
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