Evasioni filosofiche:
il dialogo socratico come cura per i detenuti
di Raffaella Tallarico
La filosofia entra in carcere e dà ai detenuti uno strumento tanto utile quanto spesso dimenticato: la riflessione.
Il laboratorio Evasioni filosofiche, che si terrà sabato 17 settembre nell’ambito del Festivalfilosofia di Modena, è il racconto del lavoro di consulenza filosofica nelle carceri condotto da Anna Maria Corradini, curatrice dell’iniziativa.
L’autrice di “Mille ore in carcere“, ha alle spalle sette anni di esperienza negli istituti di pena di Venezia, Padova, Treviso e di altre città italiane del Nord-Est. E spiega l’importanza del dialogo con i detenuti: “Durante le mie visite incontro tutti, dai condannati per maltrattamenti ai collaboratori di giustizia. Cerco di lavorare con loro sul pensiero e, insieme, tentiamo di rimettere ordine, dialogando tramite un linguaggio piuttosto semplice, non specialistico”.
Ispirato alla maieutica socratica – che punta alla riflessione dell’interlocutore sui problemi della vita per trarre da se stesso la “verità”, senza imposizioni esterne – il dialogo con i detenuti ha al centro problematiche comuni a tutti: “Gli interrogativi dell’esistenza – spiega Corradini – che, nel caso specifico di chi è in carcere, spingono alla ricerca del significato degli errori commessi, delle motivazioni. Successivamente, è possibile far riflettere su un diverso tipo di realtà, che non si basi sulla vendetta – che non ha leggi – ma sulla giustizia“.
Il passaggio da un sistema senza norme a uno che ha norme scritte è cruciale, nel lavoro di consulenza filosofica. “Ciascuno di noi ha una filosofia di vita – prosegue Corradini – influenzata da problemi familiari, personali e, nel caso dei detenuti, si aggiunge la reclusione in un luogo di pena. È evidente che tutte queste componenti siano motivo di disordine del senso della propria vita, e della vita in generale. Con la consulenza filosofica e il dialogo si cerca di ricostruire quel senso”. Il rapporto alla pari è, però, fondamentale. Per questo non si parla di una “rieducazione” del pensiero: “Nel mio lavoro aiuto semplicemente a riflettere, cercando di suscitare una presa di coscienza” – spiega ancora l’esperta. “Il dialogo è un percorso che può portare a nuove consapevolezze, nessuno insegna niente a nessuno”.
Il laboratorio si terrà a Sassuolo, nell’auditorium “Pierangelo Bertoli” nel pomeriggio di sabato, alle 16.30. A Corradini si affiancheranno altri esperti di Eu-Topia APS, un gruppo interdisciplinare di professionisti che, con competenze oltre che filosofiche, anche sociali, ambientali e architettoniche, da anni operano per l’analisi e la ricerca di soluzioni a diverse forme di marginalità.
Evasioni carcerarie è, in sintesi, il tentativo di dimostrare che con la filosofia e la riflessione, dal carcere – inteso come una delle tante “caverne” del mito di Platone e che accomuna tutti, liberi e detenuti – si può uscire.
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