NESSUNO
DEVE RIMANERE INDIETRO
di Maria Teresa Caccavale
di Maria Teresa Caccavale
Ad Amelia, un luogo che ci riporta indietro nel tempo……un luogo ricco di storia e di arte, dove lo spirito si libera e si ritrova.
Eccoci di nuovo qui amici, con le nostre riflessioni e le nostre testimonianze sul mondo degli invisibili, degli ultimi, dello scarto umano. Sabato 30 marzo in Umbria e precisamente nella bella cittadina di Amelia (Tr), presso la Biblioteca Comunale, si è tenuto il primo incontro del progetto con il quale intendiamo esportare all'esterno le testimonianze degli ospiti delle carceri italiane. Testimonianze raccolte nei diversi libri che ogni anno vengono pubblicati per concorrere a rendere più consapevoli i cittadini sulle dinamiche, purtroppo ancora arretrate, del sistema carcerario italiano, sul senso del Carcere oggi e sulle modalità di estinzione della pena. Soprattutto sugli stati d’animo di questa parte di umanità che difficilmente viene ascoltata. Un progetto nato dal comune sentire di due persone che, sebbene con vesti diverse, parlano la stessa lingua. Una suora ed una laica, Suor Emma Zordan, della Congregazione delle adoratrici del Sangue di Cristo, e la sottoscritta con esperienza quasi trentennale di docenza in Carcere ed anche di volontariato. Suor Emma non mi ha mai domandato se fossi cattolica, ha solamente osservato il mio lavoro, senza chiedermi niente. Ci siamo ritrovate insieme a comprendere, a non giudicare, a sostenere, e così spontaneamente abbiamo capito che potevamo unire le nostre forze per aiutare i nostri fratelli detenuti ad uscire dal baratro, a ritrovare un po' di autostima, ad evitare il suicidio in qualche occasione. La maggior parte delle persone si limita a giudicare i fatti così come vengono rappresentati dai vari mass media, elaborando i pensieri più crudeli e vendicativi nei confronti di chi si è macchiato di crimini più o meno gravi, o di chi non ha voce né mezzi per difendersi. Proprio come successe ad Amelia a Sesto Roscio di Ameria (ora Amelia) accusato ingiustamente di parricidio nel 79 a.C. e di cui Cicerone assunse la difesa, vincendo la causa. I recenti avvenimenti ci danno conferma che l’unica nostra preoccupazione è quella della incolumità fisica e della conservazione dei nostri beni. Ma in tale contesto, siamo veramente liberi? E chi sono i veri colpevoli, quando la vittima diventa carnefice? Siamo veramente liberi di scegliere il nostro destino? C’è una verità assoluta? Chi giudica è assolutamente imparziale e senza peccato? Molte domande ed altrettante risposte, ma la verità assoluta non esiste, ed ecco perché ci dobbiamo spingere oltre gli schemi, i giudizi ed i pregiudizi.
La parabola del figliol
prodigo ce lo insegna. È facile fare festa per i bravi, mentre è per quelli che
ritornano, che si redimono, che ammettono le loro colpe, che dobbiamo esultare.
Un maestro si deve preoccupare dei più deboli, che hanno minori capacità, non
di quelli più intelligenti. In Italia ci sono circa 60.000 detenuti, il 70% dei
quali potrebbe essere occupato in attività lavorative di diverso genere. Dai
lavori di pubblica utilità alla manutenzione degli stabili pubblici, pulizia
dei giardini, servizi sociali. Lavori attraverso i quali sarebbe possibile il vero
reinserimento sociale e la possibilità di riscatto. Purtroppo tutto ciò è
difficilissimo perché ci sono infiniti muri da superare, soprattutto quelli
burocratici e mentali.
Grazie anche a tutti gli autori che hanno scritto i testi contenuti nel Libro “La paura della Libertà” ed accettato questa ulteriore sfida di Suor Emma.
“Ci
sono libri da leggere in estate sotto l’ombra di un ombrellone, oppure
d’inverno al tiepido calore del caminetto. Quello che si leggerà in questo
libro sono racconti racchiusi in una antologia, che faranno riflettere le
coscienze di coloro che non riescono ad immaginare il mondo della porta
accanto. In questi racconti si sprigionano i sentimenti di uomini
apparentemente forti, ma nello stesso tempo anche fragili, come le gocce dei
cristalli.”(recensione di Giuseppe Medile)
Il nostro progetto si rivolge a
tutti perché come diceva Giorgio Gaber La Libertà non è uno spazio libero, ma è
partecipazione. Seguiteci in questa battaglia perché nessuno deve rimanere
indietro.
Per adesioni al progetto potete
scrivere alle seguenti e-mail:
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver inserito questo commento