sabato 30 marzo 2019

Esportare la realtà del carcere - Suor E. Zordam - Prof. Maria Teresa Caccavale


PROGETTO  
Esportare la realtà del carcere


Il passo dall’idea al progetto è tanto breve quanto critico. Dale Carnegie ha detto: «Noi tutti possiamo fare cose che nemmeno pensiamo di poter riuscire a fare. Ma se mai rischierai, mai conoscerai il tuo potenziale». Rischiare non significa buttarsi a capofitto ma avere la lucidità di valutare ogni idea e sapervi cogliere i primi cenni di un progetto.

Un progetto non nasce a tavolino. Nasce da un desiderio di dare risposta a un bisogno. Il mio entrare nel carcere di Rebibbia non è stato né facile, né semplice. Sono entrata in punta di piedi con il cuore che mi batteva. Subito sono rimasta colpita dai volti che mi sono apparsi tristi, smunti, appassiti. Questo mi ha provocato una fitta al cuore. La molla è stata osservare un giovane, dal volto assente, triste non interessato a niente. Qui è iniziato da parte mia un ascolto attento, silenzioso, un entrare nelle ferite di ciascuno, nel comprendere il dolore, la solitudine, nell’entrare in empatia con il peso degli anni da scontare, la tristezza per la lontananza dalla propria famiglia. Passo dopo passo, ho pensato che tutto questo mondo potesse entrare in un libro. E’ nato il Concorso Letterario che attualmente è arrivato alla quinta edizione. Ma come far conoscere questo mondo ai più sconosciuto, guardato con sospetto, ghettizzato, emarginato, giudicato?

E’ nata così l’idea di esportare un’esperienza di anni vissuti accanto a tanti detenuti di varia estrazione sociale, di culture e provenienze diverse, cattolici e non, di farla entrare nelle case e nei cuori, di farla accogliere e condividere.

Ecco allora che ASC, CPPS e laici insieme si offrono a far conoscere, tra il popolo di Dio, per mezzo di parrocchie, associazioni, scuole, istituzioni varie, il mondo carcerario in tutte le sue sfaccettature. Il carcere non si riflette solamente nelle persone che ci vivono o che ci lavorano, ma riguarda tutti perché mette in luce le fragilità umane e le sue conseguenze.


Per la prima esperienza, ci troveremo ad Amelia, nell’Umbria, presso la Biblioteca Comunale L. Lama alla presenza di UNITRE (Università delle tre età) con il dottor Edoardo D’Angelo, la Prof. Maria Teresa Caccavale, autorità e gente del luogo.

Chiunque abbia intenzione di approcciarsi a questa realtà è inviato a unirsi a questo progetto, poiché la partecipazione di più figure, oltre a coprire più aree di intervento, diventerebbe testimonianza di una Chiesa in uscita, cara a Papa Francesco.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver inserito questo commento