L'ALBA DI UN NUOVO GIORNO
- Il post lockdown -
Si accosta subito alla loro presentazione la prefazione di Sua Ecc.za Mons. Mauro Parmeggiani, Vescovo di Tivoli, proposto, in modo veramente paterno, da don Benedetto Labate. Sua Eccellenza chiede luoghi più sani per quanti stanno scontando la loro pena, forse non si potrà ricorrere a reclusioni domiciliari?
Iniziano ora le riflessioni dei detenuti: importante è stato, per la loro situazione, il contributo delle forze armate, degli educatori, delle guide spirituali che garantivano, tra l’altro, la possibilità della confessione per i credenti, il dialogo etico per tutti gli altri. Si faceva infatti urgente la preghiera da parte di molti: “Gesù non farci morire” senza affetti. I nostri fratelli detenuti riscoprono i valori di un tempo, ora dimenticati, tutto sembra cambiato e tanto si parla di violenza. Le nuove generazioni, i nostri figli, quali punti di riferimento avranno?
Dopo il terribile lockdwn non si è potuto sperare in miglioramenti di tipo sociale. La sofferenza è diventata più forte: il covid imperversava, nell’intimo vi era l’attesa di un giudizio che faceva tremare ancora di più il debole. Anche nella reclusone domiciliare si è tutti prigionieri in libertà. Ma la libertà è un dono prezioso che si prova mettendo la mano nella mano di chi si ama, che ha regolari spazi, che può sentire i profumi di casa, che può curare comunicazioni e relazioni umane.
E’ triste ritrovarsi ex detenuti, ricoverati per tanto tempo nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Ci si augura una scuola aperta allo sviluppo della persona, l’educazione è un’arma potente per la salute fisica e psichica.
La Scuola di Velletri ha capito tutte le necessità di chi sta soffrendo per mancanza di relazioni educative, questa Scuola ha effettuato lezioni a distanza fino alla maturità. Vi è una scritta sul muro di cinta:la cultura è l’unica arma di riscatto.
In famiglia si parla di questa triste condizione del genitore detenuto e la più piccola di casa, che non può vedere il papà a causa di queste chiusure per il coronavirus, si è fatta creatrice di lettere profumate al loro interno, odori buoni di cibi di casa, di fiori di giardino. Il cuore che ama sa trovare le vie più belle e sentite nel profondo dell’animo.
Ed ecco l’apparire di un amico, è l’ Avvocato che sta facendo diritto penale, è lui che sa stringere la mano, alternare aule nel carcere. Ha capito che le pene del carcere non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità. Questo Avvocato sa riconoscere il fratello di strada, bisognoso di indulgenza. Questo gesto umano è compreso nel’Art. 27 della Costituzione italiana. L’Italia vanta anche il modello sui diritti dei figli dei genitori reclusi.
Un ricordo particolare va ora a don Roberto,il giovane sacerdote accoltellato dall’amico che egli aveva molto beneficato. Don Roberto stava on i poveri, gli ultimi, gli scartati e non si sentiva un eroe, ma un fratello prete che compiva il suo gesto di amore. Riceverà la medaglia d’oro dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ma cos’è questo a confronto del bene compiuto da Don Roberto? Alle 7,00 del mattino portava la colazione agli sprovveduti della vita .Ha fissato i suoi occhi in quelli dell’assassino mentre lo uccideva e ancora sembrava dirgli che lo amava.
Non per tutti i genitori vi è una sorte uguale. La reclusione fa sì che la responsabilità del genitore, che è stato recluso, venga molto discussa dai figli stessi e il padre non si sente più nulla e con il cuore spezzato. Spesso ci sono solo parole umilianti da parte di molti e questo padre si sente tremendamente solo, sotto un nuvoloso e sconvolgente cielo. I ricordi caratterizzano l’esistenza di ogni ex detenuto impregnato di tristezza e di sensi di colpa.
Colpisce il cuore la storia di Quaglio: finalmente ha riacquistato la libertà, ma le giornate sono dense di ricordi e di rimpianti per una vita non vissuta; non ha ascoltato, in gioventù, le parole di suo padre, ma ha badato a quelle della camorra. Questa ha riempito il suo essere di potere, di soldi.
Dona un po’ di serenità l’intervista con una giovane donna, il cui marito è in carcere per un vecchio reato, hanno la gioia di una ragazzina di sette anni, ma questa non può essere portata ai colloqui per il pericolo del covid. La donna è convinta che solo la reclusone domiciliare potrà togliere tante dolorosissime impossibilità.
Come consolarci almeno un po’? C’è chi suona alla finestra e niente di più, si è solo spettatori passivi. La lettura del Mandala buddista sa portare qualche aiuto all’animo durante le terapie . Porta speranza, anima la creatività, dona fiducia. Perciò anche il Mandala raffigura un uomo di 46 anni, detenuto, con sindrome schizofrenica, in manicomio per diversi anni. Il groviglio mentale, espresso nella scelta dei colori, risponde alla situazione di tutta la vita di quell’uomo.
Racconti di forte drammaticità sono solcati da mesta poesia, raccontata da Irene Vella: sembrava che il covid fosse passato, ma era illusione, i morti guarivano la terra con i loro corpi spenti, (dal libro: “Fantasmi prima di morire”).
Altro commovente racconto: il figlio Igor, è all’estero per lavoro, la madre lo chiama al telefono prima dell’ingresso nell’istituto penitenziario. Ed è l’ultima chiamata nella quale la parola che commuove è questa: ”Ti amo, mamma”. E’ lui a chiedere a mamma come sta quando ci sono i colloqui, a lei che l’aveva tanto soccorso nella sutura alla testa per l’incidente contro un palo. La madre però non vuol far soffrire il figlio, per lei tutto va bene.
Molto bella la poesia per Gigi Proietti che ha lasciato la nostra terra, ma che tiene tutti nel cuore e li fa sorridere.
“Rinascerò, rinascerai” è il ritorno alla fiducia in Dio, al rivedere le stelle
Concludono libro le riflessioni sull’enciclica del Papa:”Fratelli tutti”. E’ il richiamo a S. Francesco d’Assisi; Papa Francesco riconosce la dignità di ogni persona, confermata anche nell’incontro con il Grande Imam.
L’irruzione della pandemia ha messo in luce tutte le nostre false sicurezze. L’ideale di Papa Francesco è la donazione totale a Dio e l’identificazione con gli ultimi, abbandonati nel deserto africano. Questo ideale sia per ciascuno di noi.
Una postfazione di Edoardo D’Angelo, prof.di filologia latina, esprime il suo ottimismo nella lettura degli scritti sulle lenzuola: “Andrà tutto bene”.
Il nome di ogni scrittore di questo libro è inciso sulle piacevoli e copiose foto poste alla conclusione.
Sr. Giampaola Periotto, orsolina
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver inserito questo commento