L’"Ora d’aria" di Maria Teresa Caccavale e Rita Bernardini
al Ministero di Grazia e Giustizia – mercoledì 10 marzo 2021
a cura di Maria Sole Lupi
Articoli: fonte “Happy Bridge” e “Nessuno tocchi Caino”– foto: Giuseppe Leanzai e Riccardo Cioschi
“Si è tenuto mercoledì 10 marzo 2021 l’incontro della presidente di Happy Bridge, Maria Teresa Caccavale, con Rita Bernardini – storica esponente del Partito Radicale- nell’ora d’aria dedicata all’iniziativa “Memento” fuori il Ministero di Giustizia. Al palazzo di via Arenula sono stati tanti gli autorevoli e più o meno conosciuti ospiti che si sono susseguiti da inizio anno, numerose le storie e le esperienze di vita in carcere e al fianco dei detenuti raccontate grazie anche al sostegno di Radio Radicale. Mercoledì Maria Teresa, da ex docente di economia aziendale nel C.C di Rebibbia, ha tenuto a soffermarsi sul grande tema dell’istruzione in carcere. Il suo “memento” rivolto alla neoministra Marta Cartabia è stato il seguente: «Più istruzione = meno carcere, Artt.27 e 34 della Costituzione».
Roma 10.03.2021 - rivolto alla neoministra Marta Cartabia
Così l’ex docente avvia la sua “ora d’aria”: «Prima di lasciare il mio ruolo da insegnante ho fatto ai miei studenti detenuti una promessa: che non li avrei mai abbandonati!». Maria Teresa, infatti, ci ha tenuto a ricordare che attraverso la sua associazione di volontariato Happy Bridge (costituita nel 2011, quando ancora lavorava come docente) continua a battersi in prima persona per i detenuti ed ex detenuti che necessitano di essere aiutati in pratiche burocratiche e facendo assistenza a coloro che si trovano in detenzione domiciliare e che il più delle volte sono abbandonati sia dall’amministrazione carceraria, sia dall’assistenza sociale deputata. Durante “l’ora d’aria” (accezione riferita all’ora di passeggio che hanno i detenuti all’aria aperta) sono state trattate tante tematiche ruotanti attorno il tema dell’istruzione in carcere. Ci sono diverse realtà che emergono quando si parla di diritto allo studio negato o comunque ostacolato dalle numerose – e spesso inutili- problematiche interne alle singole amministrazioni. «Il carcere è il luogo in cui il facile diventa difficile, passando attraverso l’inutile», recitano all’unisono le due attiviste. Si è parlato di un’offerta formativa ridotta rispetto agli studenti esterni, della precaria situazione degli stranieri senza adeguati riferimenti professionali – quali i mediatori culturali – che sono spesso attori molto marginali in carcere. A questo si associano fenomeni di ghettizzazione, di mancanza di prospettive e di difficoltà associate al reinserimento. Un altro importante problema della scuola in carcere, con il quale si è fatto i conti in questo anno di pandemia, è l’assenza della tecnologia e della digitalizzazione in carcere, e che – assieme ai lunghi e incomprensibili tempi del carcere- mantiene inalterato il vecchio e radicato processo di infantilizzazione del detenuto.
Dalla passeggiata sotto il Ministero di Giustizia emerge in maniera chiara che non vi può essere una vera rieducazione e un reale reinserimento sociale se alle ingiustizie dello spazio-carcere si aggiungono le discriminazioni del detenuto rispetto al mondo esterno. Tra le proposte che la Presidente di Happy Bridge ha fatto emergere sulla scuola in carcere, intesa nel senso più ampio, vi sono: «la necessità di un piano formativo e scolastico adeguato, tecnologico e al passo con il mercato del lavoro; la previsione di posti con riserva per ex detenuti nei bandi pubblici; l ’eliminazione del casellario giudiziario per i detenuti meritevoli e formati, il quale funge da ostacolo al diritto del detenuto al reinserimento sociale e lavorativo». Per finire: «è essenziale un servizio di orientamento al detenuto all’ingresso di ogni istituto rispetto alle attività lavorative, formative e ricreative interne ad esso e si ritiene necessaria una maggiore assistenza sociale dei detenuti in detenzione domiciliare e degli ex detenuti che si trovano in alloggi comuni o in comunità»
Roma 10.03.2021 Memento – Ministero Grazia Giustizia
Immancabile, quanto valida, è la sollecitazione di Maria Teresa Caccavale affinché ci sia un rapporto più diretto tra le amministrazioni carcerarie e gli enti locali e tra gli attori che operano nel settore della scuola all’interno degli istituti di pena. Si conclude il memento di mercoledì 10 marzo con l’appello rivolto ai detenuti e ai docenti condiviso di Maria Teresa Caccavale e Rita Bernardini sul diritto all’istruzione in carcere: «battetevi perché la scuola in carcere ci sia, anzi, pretendetela!». Nella foto Maria Teresa Caccavale ha in mano il libro “Pensieri Reclusi”, antologia letteraria composta da elaborati di detenuti, tra cui Fabrizio Maiello, il quale racconta della sua rinascita sociale attraverso il Fabrizio Football Food, un mix salutare di calcio palleggiato in cucina.
Roma 10.03.2021 Memento – Ministero Grazia Giustizia Maria Teresa Caccavale e Rita Bernardini.
10 Marzo: Rita Bernardini esponente del Partito Radicale e Presidente di Nessuno tocchi Caino dalle ore 13 ale 14, come ogni giorno, mette in atto una forma di dialogo con il ministro della Giustizia Marta Cartabia. Cammina per 60 minuti davanti al dicastero di Via Arenula in una simbolica ora d’aria idei detenuti in carcere. Oggi l’iniziativa “Memento” vede al suo fianco la professoressa Maria Teresa Caccavale, docente di economia aziendale, che per anni ha insegnato nel carcere di Rebibbia” “Ho sempre creduto che l’istruzione e la conoscenza fossero le uniche forme di riabilitazione individuale per poter ricostruire legami con la società fuori dal carcere e trovare la vera libertà ecco perché ho sempre sostenuto l’importanza della scuola in carcere e di tutte le attività culturali” nominata role model nel 2018 , continua il suo impegno come volontaria negli istituti di pena. Caccavale e Bernardini risponderanno ai messaggi whatsapp al numero 3486975611 nell’ultimo quarto d’ora. Il memento di Maria Teresa Caccavale ” Più istruzione = meno carcere art. 27 e 34 della Costituzione” In diretta sul sito web e pagina fb di Radio Radicale. Ogni memento viene affisso sul muro del Ministero di Giustizia”
Potete seguire la registrazione integrale dell'intervista al seguente link Facebook:
https://fb.watch/4gEql0wNnM/
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